1° novembre 1871: Il debutto italiano del Lohengrin di Wagner a Bologna

Il 1° novembre 1871 al Teatro Comunale di Bologna andò in scena la prima rappresentazione italiana del Lohengrin di Richard Wagner (1813-1883), un evento che scosse il panorama artistico del Paese e aprì le porte al wagnerismo in Italia. Composta nel 1850 e rappresentata per la prima volta a Weimar nello stesso anno, in occasione del centenario della nascita di Goethe, l'opera wagneriana arrivò a Bologna grazie all'impegno del sindaco Camillo Casarini (1830-1874), della stampa cittadina e dell'editore musicale Lucca, detentore dei diritti di esecuzione.

Il contesto storico e culturale

L'Italia del 1871 era un Paese ancora in fermento per le recenti vicende risorgimentali. L'unità d'Italia era stata raggiunta da poco più di un decennio, e il dibattito culturale era fortemente influenzato dalle tensioni tra tradizione e innovazione. In campo musicale, Giuseppe Verdi dominava la scena operistica, rappresentando l'apice della tradizione melodrammatica italiana. L'arrivo di Wagner, con la sua "musica dell'avvenire", rappresentava una sfida radicale a questa tradizione.

Wagner era già noto in Italia, ma più come oggetto di polemiche che di apprezzamento. Le sue opere, caratterizzate da una complessità armonica e da una struttura drammaturgica innovativa, erano spesso considerate "incomprensibili" dai tradizionalisti. Tuttavia, a Bologna, città culturalmente vivace e aperta alle novità, il terreno era fertile per accogliere il compositore tedesco.

Il ruolo di Camillo Casarini e della stampa bolognese

Camillo Casarini, sindaco di Bologna e appassionato di musica, fu il grande artefice dell'operazione. Ex patriota liberale e antipapista, Casarini incarnava lo spirito di una borghesia colta e progressista. Già membro del direttivo del Teatro Comunale dal 1863, aveva maturato una profonda ammirazione per Wagner, vedendo nella sua musica un'opportunità per rinnovare il panorama culturale italiano.

La stampa bolognese, guidata da figure come Enrico Panzacchi (assessore e critico musicale), giocò un ruolo cruciale nel promuovere l'evento. Tuttavia, non mancarono le voci critiche. I conservatori, tra cui i membri della Società Felsinea, consideravano Wagner "incomprensibile come un geroglifico egiziano", mentre i clericali lo attaccavano come un "framassone". Il barone Mistrali definì il Lohengrin un "mostruoso aborto dell'ingegno umano", e alcuni critici si scagliarono contro la lunghezza del secondo atto, giudicato eccessivamente prolisso.

La prima rappresentazione

La prima del Lohengrin si tenne il 1° novembre 1871 sotto la direzione del maestro Angelo Mariani (1821-1873), uno dei più rinomati direttori d'orchestra dell'epoca. Il cast includeva il tenore Italo Campanini nel ruolo di Lohengrin, Bianca Blum, Elisa Stefanini Donzelli e Pietro Silenzi. Il Teatro Comunale era gremito di spettatori, tra cui esponenti dell'aristocrazia e della borghesia bolognese.

Nonostante l'atmosfera di attesa quasi giudiziaria, il successo fu immediato. Il preludio del primo e del terzo atto, così come la celebre Marcia nuziale, dovettero essere ripetuti per le insistenti richieste del pubblico. Gli artisti e il direttore furono più volte richiamati alla ribalta, segnando un trionfo per Wagner e per i suoi sostenitori.

La presenza di Verdi e Boito

Tra le quattordici repliche della stagione, una delle più significative fu quella del 9 novembre, alla quale assistettero Giuseppe Verdi e Arrigo Boito. La presenza di Verdi, massimo rappresentante dell'opera italiana, fu un evento simbolico, anche se il compositore mantenne un atteggiamento distaccato rispetto alla musica wagneriana. Tuttavia, l'incontro tra i due mondi musicali, quello italiano e quello tedesco, rappresentò un momento di confronto cruciale per l'evoluzione dell'opera lirica.

L'eredità del Lohengrin a Bologna

Il successo del Lohengrin consolidò Bologna come il principale centro del wagnerismo in Italia. Il 31 maggio 1872, il Consiglio comunale conferì a Wagner la cittadinanza onoraria, un gesto che sottolineava l'importanza della sua opera per la città. Negli anni successivi, Bologna ospitò le prime italiane di altre opere wagneriane, tra cui Tannhäuser (1872), Il vascello fantasma (1877), Tristano e Isotta (1888) e Parsifal (1914).

L'influenza di Wagner si estese anche oltre la musica: il Lohengrin ispirò persino un profumo e una ciambella, quest'ultima creata dal pasticcere Geremia Viscardi. La città divenne un vero e proprio "tempio" del culto wagneriano, nonostante le polemiche e le resistenze dei tradizionalisti.

Conclusioni

La prima rappresentazione italiana del Lohengrin a Bologna il 1° novembre 1871 fu un evento epocale, che segnò l'inizio di una nuova era per la musica lirica in Italia. Grazie alla visione di Camillo Casarini e alla passione di artisti come Angelo Mariani, Bologna divenne il ponte tra la tradizione operistica italiana e le innovazioni wagneriane. Quella serata non fu solo un trionfo artistico, ma anche un simbolo del dialogo culturale tra Italia e Europa, che avrebbe influenzato generazioni di musicisti e appassionati.