4 gennaio 1991 - La Strage del Pilastro
La strage del Pilastro, avvenuta il 4 gennaio 1991, fu uno degli episodi più efferati compiuti dalla tristemente nota Banda della Uno Bianca, un'organizzazione criminale composta prevalentemente da membri delle forze dell'ordine, che tra il 1987 e il 1994 seminò terrore e morte, soprattutto in Emilia-Romagna. L'evento, che vide l'uccisione di tre giovani carabinieri, fu un atto di brutale violenza che colpì profondamente l'opinione pubblica italiana e accelerò la caccia ai responsabili.
La notte della strage
La sera del 4 gennaio 1991, intorno alle 22:00, una pattuglia dei Carabinieri, composta dai giovani militari Mauro Mitilini, Andrea Moneta e Otello Stefanini, stava effettuando un normale controllo nel quartiere Pilastro di Bologna, a bordo della loro Fiat Uno d’ordinanza.
Nello stesso momento, un’altra Fiat Uno bianca si aggirava nella zona. A bordo vi erano Roberto, Fabio e Alberto Savi, tre fratelli appartenenti alla Banda della Uno Bianca. Secondo le dichiarazioni processuali, quella notte si stavano dirigendo verso San Lazzaro di Savena con l’intenzione di rubare un’Alfa Romeo 33 da usare per future rapine.
In via Casini, la vettura dei carabinieri incrociò e sorpassò quella dei tre criminali. Questo semplice sorpasso scatenò la furia omicida della banda. Convinti che i militari stessero prendendo la loro targa o si apprestassero a fermarli, Roberto Savi, che era alla guida, aprì immediatamente il fuoco, colpendo Otello Stefanini. I carabinieri tentarono di fuggire accelerando, ma persero il controllo dell'auto e finirono contro alcuni cassonetti.
A quel punto, la Banda della Uno Bianca scese dalla vettura e, armata di pistole e fucili d'assalto, iniziò a sparare senza pietà. I giovani carabinieri non ebbero il tempo di difendersi e furono falciati da una raffica di proiettili. L'azione durò pochi istanti, ma l'intensità del fuoco fu così devastante da dare l'impressione di un vero e proprio attacco militare.
L'indagine e la cattura dei responsabili
L’omicidio dei tre carabinieri suscitò un'ondata di indignazione e accelerò le indagini sulle attività criminali della banda. La Banda della Uno Bianca, attiva tra il 1987 e il 1994, fu responsabile di ben 103 crimini, tra cui rapine, attentati e omicidi, che provocarono la morte di 24 persone e il ferimento di 102.
Le indagini, ostacolate da depistaggi e dalla difficoltà di identificare i colpevoli, portarono finalmente all'arresto dei fratelli Roberto, Fabio e Alberto Savi, insieme ad altri membri della banda, nel 1994. I processi accertarono la responsabilità diretta dei Savi nella strage del Pilastro, così come in numerosi altri delitti.
L'eredità della strage e la memoria delle vittime
La strage del Pilastro è ricordata ogni anno con cerimonie ufficiali e iniziative in memoria dei tre giovani carabinieri caduti in servizio. Il Comune di Bologna ha dedicato loro una lapide commemorativa, e il loro sacrificio è diventato un simbolo della lotta contro la criminalità organizzata e il terrorismo interno.
L'episodio ha lasciato un segno profondo nella società italiana, evidenziando l'estrema pericolosità della Banda della Uno Bianca e portando a una maggiore attenzione sulle infiltrazioni criminali all'interno delle forze dell'ordine. Ancora oggi, la strage del Pilastro rimane uno dei momenti più tragici della storia criminale italiana, un monito a non abbassare mai la guardia contro la violenza e l'illegalità.