6 dicembre 1990 - La Strage del Salvemini: una tragedia che sconvolse Casalecchio di Reno
Il 6 dicembre 1990, una tragedia inaspettata colpì l'Istituto Tecnico Commerciale Gaetano Salvemini di Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna. Quel giorno, un Aermacchi MB-326 dell'Aeronautica Militare Italiana, decollato dalla base di Verona-Villafranca per un volo di addestramento, perse il controllo e si schiantò contro l'edificio scolastico, provocando una delle più gravi tragedie aeree della storia italiana in ambito civile.
L'incidente: la dinamica dei fatti
Il velivolo, un aereo da addestramento biposto, era in volo con il solo pilota, il sottotenente Bruno Viviani, che durante la missione di addestramento subì un'avaria al motore. L'MB-326 divenne ingovernabile e il pilota fu costretto a lanciarsi con il seggiolino eiettabile a circa 3.000 metri di altezza. L'aereo, ormai senza controllo, proseguì la sua discesa incontrollata e alle 10:38 si schiantò contro l'ala ovest dell'Istituto Salvemini, precisamente al secondo piano, dove si trovavano diverse classi impegnate nelle lezioni.
L'impatto causò un'esplosione devastante e un incendio che si propagò rapidamente all'interno dell'edificio, intrappolando studenti e docenti. Dodici ragazzi, tutti tra i 15 e i 17 anni, persero la vita, mentre 88 persone rimasero ferite, molte delle quali in modo grave.
I soccorsi e le reazioni
I soccorsi furono immediati: vigili del fuoco, forze dell'ordine e sanitari accorsero sul posto per cercare di salvare quante più persone possibile. La scena era apocalittica: macerie, fiamme e urla disperate. Le operazioni di soccorso furono rese difficili dal rischio di crolli e dalla gravità delle ustioni riportate da molti studenti.
La comunità locale e l'intero Paese rimasero sconvolti dall'accaduto. Il dolore e lo sgomento portarono a un acceso dibattito sulle responsabilità e sulla sicurezza delle operazioni militari in zone densamente abitate.
Le indagini e le polemiche
Subito dopo l'incidente, le indagini cercarono di far luce sulle cause della tragedia e sulle eventuali responsabilità. La perizia tecnica accertò che l'avaria al motore era stata improvvisa e irreparabile, costringendo il pilota all'eiezione. Tuttavia, ciò che suscitò molte polemiche fu il fatto che l'aereo fosse stato lasciato proseguire la sua traiettoria senza alcun tentativo di guida verso una zona disabitata.
La magistratura avviò un'inchiesta per accertare le responsabilità, che coinvolse il pilota e l'Aeronautica Militare. Il processo, però, si concluse senza condanne definitive. Questo risultato alimentò ulteriormente la rabbia e il dolore dei familiari delle vittime, che chiesero giustizia e un'assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni.
Le conseguenze e la memoria
La strage del Salvemini lasciò un segno indelebile nella storia di Casalecchio di Reno e in tutta Italia. In seguito all'incidente, furono introdotte nuove normative per migliorare la sicurezza dei voli militari sopra zone urbane. L'evento fu anche uno stimolo per rafforzare le misure di emergenza nelle scuole e nei luoghi pubblici.
Ogni anno, il 6 dicembre, la comunità scolastica e le autorità locali ricordano le giovani vite spezzate in quella tragedia con commemorazioni e iniziative di sensibilizzazione sulla sicurezza e sulla prevenzione.
Nel luogo dell'incidente è stato eretto un monumento alla memoria delle vittime, affinché nessuno dimentichi ciò che accadde e affinché tragedie simili non si ripetano mai più.