10 giugno 1512 – L’inizio del governo pontificio a Bologna: tre secoli e mezzo di storia

Il 10 giugno 1512 rappresenta una data spartiacque per la storia di Bologna: segna infatti l’inizio effettivo del governo pontificio sulla città, una dominazione che – con la sola eccezione del periodo napoleonico – durerà fino all’Unità d’Italia nel 1859.

Con la caduta definitiva della signoria dei Bentivoglio, Bologna passò sotto il diretto controllo dello Stato della Chiesa, trasformandosi da città comunale e signorile a centro strategico dell’amministrazione pontificia nel nord Italia.


? Il contesto storico: dalla crisi comunale al potere papale

Fino all’inizio del Cinquecento, Bologna aveva alternato fasi di autogoverno comunale, interventi pontifici e dominazione signorile, soprattutto con la famiglia Bentivoglio (1401–1506). Tuttavia, nel 1506, Papa Giulio II della Rovere, deciso a restaurare l’autorità della Chiesa nelle città ribelli, entrò a Bologna con un esercito e cacciò Giovanni II Bentivoglio, ponendo fine alla signoria.

In seguito, la città fu coinvolta nelle complesse Guerre d’Italia: dopo la battaglia di Ravenna (11 aprile 1512) e il crollo del predominio francese, furono le truppe spagnole, alleate del Papa nella Lega Santa, a garantire definitivamente il ritorno di Bologna sotto la sovranità pontificia.


? L’organizzazione del potere pontificio

Il governo della città fu affidato a un Legato pontificio, rappresentante del Papa e massimo organo esecutivo. Accanto a lui operava il Senato bolognese, composto da nobili locali, che conservava alcune prerogative in ambito fiscale, amministrativo e cerimoniale, pur sottoposto alla supervisione romana.

Il sistema prevedeva:

  • una burocrazia civile e religiosa;
  • magistrature locali per la gestione di giustizia, commercio e opere pubbliche;
  • una rete di collegamento tra centro e periferia tramite podestà, vicari e castellani.

I secoli del dominio papale: trasformazioni e continuità

XVI secolo:

  • Consolidamento dell’autorità pontificia.
  • Costruzione dell’Archiginnasio (1563), primo edificio stabile dell’Università.
  • Riorganizzazione ecclesiastica e impulso controriformista.

XVII secolo:

  • Stabilità relativa e sviluppo artistico (Barocco).
  • Fervore culturale e attività accademiche (Accademia dei Gelati, Accademia Clementina).
  • Lavori pubblici, canalizzazioni, rafforzamento delle mura.

XVIII secolo:

  • Diffusione delle idee illuministe, grazie a figure come Laura Bassi, Luigi Ferdinando Marsili, Zanotti, Crespi.
  • Riforme amministrative e nuove infrastrutture.
  • Crescente malcontento sociale e fermenti riformisti.

⚔️ La parentesi napoleonica (1796–1815): rottura e modernità

Con l’arrivo di Napoleone Bonaparte nel 1796, Bologna divenne parte della Repubblica Cispadana, poi della Repubblica Cisalpina. Il dominio francese portò:

  • soppressione di ordini religiosi;
  • secolarizzazione dei beni ecclesiastici;
  • riforma della giustizia;
  • introduzione del Codice Napoleonico;
  • riorganizzazione amministrativa in senso moderno.

Dopo il Congresso di Vienna (1815), il governo pontificio fu restaurato, ma Bologna non fu più la stessa: le riforme avevano seminato nuove aspettative e fermenti di libertà.


? Verso l’Unità d’Italia: tensioni e crollo del potere papale

Tra il 1831 e il 1848 si susseguirono moti insurrezionali contro l’autorità pontificia. Nonostante i tentativi di riforma di Pio IX, l’egemonia dello Stato Pontificio appariva sempre più anacronistica. Bologna divenne un centro importante del movimento risorgimentale.

L’11 marzo 1859, le autorità papali furono definitivamente allontanate. La città aderì al Regno di Sardegna e, dal 1861, al Regno d’Italia.


? L’eredità del dominio pontificio

Nonostante le ombre del conservatorismo, la lunga dominazione papale lasciò a Bologna:

  • un patrimonio architettonico e religioso notevole;
  • istituzioni culturali di alto livello (Archiginnasio, Università, accademie);
  • un’impronta amministrativa ancora visibile;
  • una struttura sociale fortemente plasmata dal potere ecclesiastico.

Conclusione

Il governo pontificio a Bologna, durato più di tre secoli, è stato una fase storica complessa, fatta di repressioni ma anche di stabilità e fermenti culturali. La città seppe mantenere una propria vitalità civile, intellettuale ed economica anche in tempi di dominio centralizzato, e proprio da quella tradizione nascerà il fermento che porterà Bologna ad essere protagonista del Risorgimento e dell’Italia unita.