24 febbraio 1530 – L’incoronazione imperiale di Carlo V a Bologna

L’ultima incoronazione imperiale da parte di un Papa

Il 24 febbraio 1530, nella solenne cornice della Basilica di San Petronio a Bologna, Carlo V d’Asburgo fu ufficialmente incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero da Papa Clemente VII.
Si trattò di un evento eccezionale: fu infatti l’ultima incoronazione imperiale celebrata da un Papa, un momento altamente simbolico per l’equilibrio tra potere spirituale e autorità temporale nell’Europa del Rinascimento.

? Il contesto storico

Carlo V, nato nel 1500, era già stato eletto imperatore nel 1519, ma non era ancora stato incoronato con la cerimonia tradizionale papale. Il clima politico era però molto teso: nel 1527 le truppe imperiali avevano saccheggiato Roma, e il rapporto tra Impero e Papato era giunto al punto più basso.

Dopo un lungo negoziato, Clemente VII (Giulio de’ Medici) e Carlo V trovarono un accordo: per ricomporre l’unità cristiana e riaffermare la legittimità del potere imperiale, fu concordata l’incoronazione. Bologna, sotto controllo pontificio ma politicamente più neutra di Roma, fu scelta come sede dell’evento.

? La città al centro della scena europea

Bologna si trovò così al centro del mondo: la città fu teatro di una cerimonia solenne che riuniva autorità religiose, diplomatici, nobili e rappresentanti delle città italiane ed europee.
La scelta della Basilica di San Petronio, pur non essendo la cattedrale, fu dettata dalla sua grandezza, dalla posizione centrale e dal forte valore simbolico.

? Il cerimoniale dell’incoronazione

La cerimonia si articolò in due momenti distinti:

  1. La corona del Regno d’Italia, ricevuta il giorno prima.
  2. La corona imperiale, posata solennemente sul capo di Carlo V dal Papa, nella navata centrale di San Petronio.

Clemente VII benedisse il nuovo Imperatore secondo il rituale liturgico, sancendo pubblicamente l’unità (almeno formale) tra la Chiesa e l’Impero.

Secondo le cronache dell’epoca, l’imperatore indossava un manto riccamente ricamato, mentre il Papa era avvolto nella pompa tipica del cerimoniale curiale.

? Una cerimonia documentata

La cerimonia fu descritta da numerosi cronisti del tempo, tra cui Paolo Giovio e Pier Paolo Vergerio, testimoni della giornata. Le decorazioni e gli apparati effimeri vennero progettati da artisti locali e furono tramandati in incisioni successive, sebbene non sia noto alcun dipinto coevo che rappresenti l’incoronazione con certezza.

Il riferimento al pittore Perugino o Scaramuccia è frutto di una confusione storica: non ci sono opere dirette dell’epoca riconducibili a questi nomi per l’evento.

? L’eredità storica dell’incoronazione

L’incoronazione di Carlo V fu l’ultima manifestazione concreta del concetto medievale di “Impero universale cristiano”.
Il sovrano, che governava su Spagna, Fiandre, Austria, Napoli e le colonie americane, rappresentava un ideale di unità ormai in crisi per l’avanzare della Riforma protestante e delle spinte nazionalistiche.

Negli anni successivi, Carlo V si confrontò con sfide sempre più complesse: le guerre contro la Francia, le rivolte luterane in Germania, l’avanzata ottomana nel Mediterraneo.

✒ Conclusione

L’incoronazione del 24 febbraio 1530 a Bologna resta una pietra miliare nella storia europea e nella memoria della città.
Essa non fu solo un atto cerimoniale, ma un gesto politico di riconciliazione e affermazione di potere, che segnò l’apice del prestigio imperiale e il tramonto dell’ideale di un’Impero cristiano unitario.

Oggi, la Basilica di San Petronio conserva il ricordo di quel giorno, testimoniando il ruolo storico che Bologna ebbe nel cuore dell’Europa del Cinquecento.