Laura Bassi e la Disputa "De Universa Re Philosophica" (1732): La Prima Professoressa della Storia
Il 12 maggio 1732, davanti a una platea di letterati, professori e religiosi, la giovane Laura Bassi sostenne con straordinaria maestria la disputa accademica "De Universa Re Philosophica", dimostrando una competenza che avrebbe segnato per sempre la storia della scienza e dell'istruzione femminile. L’evento destò grande ammirazione e le valse la laurea in filosofia, facendola diventare la seconda donna al mondo a laurearsi, dopo Elena Lucrezia Cornaro Piscopia (1678). Tuttavia, fu la prima in assoluto a ottenere una cattedra universitaria, un traguardo straordinario che avvenne proprio nella sua città natale: Bologna.
Un’eccezione in un mondo di uomini
Nata nel 1711, Laura Bassi crebbe in un’epoca in cui le donne erano escluse dalle istituzioni accademiche. Tuttavia, il suo talento innato e la fortuna di nascere in una famiglia benestante e illuminata le permisero di ricevere un’istruzione privata, cosa rara per una donna del tempo. A riconoscere il suo precoce ingegno fu Gaetano Tacconi, medico di famiglia e docente universitario, che la prese sotto la sua ala insegnandole latino, greco, matematica, filosofia, logica e scienze naturali.
La fama della sua erudizione si diffuse rapidamente e attirò l'attenzione di intellettuali e studiosi, fino a giungere all’Accademia delle Scienze di Bologna, dove fu invitata a sostenere un esame pubblico.
L’esame e la celebrazione della sua laurea
Nel 1732, all’età di appena 21 anni, Laura Bassi affrontò un esame pubblico dinanzi a cinque dotti, dimostrando una padronanza della materia e una capacità oratoria che conquistarono i presenti. Bologna accolse il suo successo con grande entusiasmo: l’evento divenne un'occasione di festa cittadina, celebrata con banchetti, cerimonie e persino spettacoli pirotecnici.
L’importanza della sua laurea non era solo simbolica: sanciva il riconoscimento ufficiale delle donne nel mondo accademico. Pochi mesi dopo, il Senato bolognese le conferì una cattedra onoraria di filosofia naturale presso l’Università di Bologna, rendendola la prima professoressa della storia.
Un'insegnante e scienziata oltre le convenzioni
Nonostante il prestigioso titolo, Laura Bassi si scontrò con i limiti imposti alla sua condizione di donna: l’Università le concesse di insegnare solo in occasioni speciali e previa autorizzazione. Per questo motivo, trasformò la sua casa in un laboratorio privato e un centro di ricerca, attirando studenti e studiosi da tutta Europa.
Nel 1738, sposò Giuseppe Veratti, medico e fisico, con il quale condivideva la passione per la scienza. Il matrimonio non ostacolò la sua carriera: anzi, la coppia condusse insieme esperimenti rivoluzionari, soprattutto nel campo della fisica sperimentale e dell'elettrologia. Nonostante avesse avuto otto figli, Laura Bassi continuò a insegnare e a dedicarsi alla ricerca, dimostrando che la maternità non era un ostacolo all’ingegno.
Le sue ricerche scientifiche e il contributo alla fisica
Bassi fu una delle principali divulgatrici della fisica newtoniana in Italia, in un periodo in cui l’università bolognese era ancora legata alle teorie aristoteliche. I suoi studi contribuirono all’affermazione della scienza sperimentale e alla diffusione delle teorie di Isaac Newton sulla gravità e il moto.
Tra le sue ricerche più significative, si ricordano:
- Studi sui fluidi e sulla loro dinamica.
- Esperimenti sull'elettricità, anticipando concetti che sarebbero stati sviluppati da Benjamin Franklin.
- Studi di elettrofisiologia con il marito Veratti, che influenzarono le scoperte di Luigi Galvani sulla bioelettricità.
La sua attività scientifica la portò a intrattenere relazioni epistolari con alcuni dei più grandi scienziati del tempo, tra cui Jean-Antoine Nollet, Felice Fontana, Giovanni Battista Beccaria e Alessandro Volta.
La prima donna nell’Accademia delle Scienze
Nel 1745, grazie alla sua fama crescente, il Senato bolognese le assegnò una cattedra effettiva di fisica sperimentale, con il permesso di insegnare regolarmente. Inoltre, divenne la prima donna a essere ammessa all’Accademia delle Scienze di Bologna, fino a quel momento esclusivamente maschile.