Bologna nel Periodo Paleolitico: Alla Scoperta delle Antiche Tracce Umane nella Pianura Padana

Un viaggio alle origini dell’uomo nella terra emiliana

L’area bolognese, oggi cuore pulsante della cultura e della conoscenza, vanta una storia antichissima che affonda le sue radici nel Paleolitico, il più lungo periodo della preistoria umana. Le prime presenze umane nella regione risalgono a circa un milione di anni fa, in concomitanza con la diffusione dei primi ominidi in Europa.

? Un territorio strategico nella preistoria

La Pianura Padana, già conformata nel suo assetto principale, offriva un ambiente favorevole alla sopravvivenza: vaste aree fluviali, presenza di animali selvatici e risorse vegetali. Le popolazioni umane trovarono in questa zona una tappa ideale per il nomadismo paleolitico, in un contesto simile a quello che caratterizzava la Francia sud-occidentale o la Spagna settentrionale.


Il Paleolitico Inferiore (1.000.000 – 300.000 anni fa)

Le prime tracce umane: l’Homo erectus e gli strumenti litici

Durante questa fase, le prime popolazioni umane, probabilmente Homo erectus, cominciarono a frequentare l’area padana. La testimonianza archeologica più antica dell’Italia settentrionale è il sito di Monte Poggiolo (Forlì), risalente a circa 850.000 anni fa – uno dei più antichi d’Europa.

Sebbene in area bolognese i reperti siano sporadici, è verosimile che piccoli gruppi di cacciatori-raccoglitori si spostassero anche in queste zone, attratti dalla ricchezza delle risorse naturali.

Gli strumenti usati in questo periodo erano rudimentali: choppers, ciottoli scheggiati e bifacciali, realizzati con tecniche litiche semplici ma funzionali.


Il Paleolitico Medio (300.000 – 40.000 anni fa)

L’arrivo dei Neanderthal e la cultura musteriana

Con il Paleolitico medio, si fa concreta la presenza dei Neanderthal (Homo neanderthalensis). Questi ominidi si adattarono perfettamente al clima rigido del Pleistocene medio.

A Bologna, sebbene non siano stati ritrovati resti scheletrici diretti di Neanderthal, gli strumenti musteriani testimoniano la loro presenza. Questa cultura, diffusa in tutta Europa, utilizzava raschiatoi, punte Levallois e strumenti più sofisticati in selce e quarzite.

Rinvenimenti significativi sono avvenuti nelle grotte di Monte Donato e nel Colle dei Cappuccini, dove sono emersi manufatti attribuibili a questo periodo.


Il Paleolitico Superiore (40.000 – 10.000 anni fa)

Homo sapiens: arte, tecnologia e nuovi insediamenti

L’arrivo dell’Homo sapiens, circa 40.000 anni fa, segna una vera rivoluzione: nuove tecnologie, strumenti raffinati, arte e spiritualità. Inizia la cultura aurignaziana, seguita da gravettiana e magdaleniana.

Gli strumenti in osso, avorio e selce lavorata diventano comuni, affiancati da forme d’arte paleolitica come petroglifi, pendagli, figurine.

Anche in area bolognese sono state trovate incisioni rupestri attribuibili al Paleolitico superiore, in particolare nella zona di Monte Poggiolo, con raffigurazioni schematiche di animali e simboli, che testimoniano la nascita del pensiero simbolico.

La presenza dell’Homo sapiens è confermata anche da reperti vegetali: semi, resti di frutti e strumenti da macinazione, segno di un passaggio graduale verso forme embrionali di agricoltura.


La vita quotidiana dei primi abitanti dell’Emilia

I primi abitanti dell’area bolognese erano cacciatori-raccoglitori nomadi, organizzati in piccoli gruppi familiari. Vivevano in capanne stagionali o ripari rocciosi, seguendo la migrazione delle prede. Cacciavano mammut, rinoceronti lanosi, cavalli selvatici, bisonti e cervi. Le donne si occupavano della raccolta di vegetali, della cura dei piccoli e della produzione degli strumenti.

L’uso del fuoco, già sviluppato in epoche precedenti, era centrale nella vita quotidiana: cucinare, difendersi, scaldarsi, socializzare.


Siti archeologici di rilievo nella provincia di Bologna

? Monte Donato – Ripari con strumenti litici musteriani.

? Colle dei Cappuccini – Ritrovamenti litici riconducibili a varie fasi paleolitiche.

? Monte Poggiolo (sebbene in provincia di Forlì-Cesena, è strettamente collegato al contesto regionale) – il sito paleolitico più antico d’Italia.


Dove vedere oggi queste testimonianze?

Se vuoi approfondire la storia del Paleolitico in Emilia-Romagna, ecco i musei dove trovare tracce concrete di questa lunga fase della preistoria:

  • ? Museo Geologico “Giovanni Capellini” (Bologna) – Ampia collezione di reperti geologici e fossili. Ospita resti di grandi mammiferi del Pleistocene e strumenti litici.

  • ?️ Museo della Preistoria “Luigi Donini” (San Lazzaro di Savena) – Sezioni dedicate a Paleolitico e Neolitico, con ricostruzioni didattiche e laboratori per scuole e famiglie.

  • ? Museo di Scienze Naturali di Ferrara – Conserva strumenti musteriani ed esemplari fossili pertinenti al contesto padano.


Conclusione

Il passato più remoto di Bologna ci racconta una storia fatta di ghiacci, fiumi, animali estinti e uomini primitivi. Se oggi camminiamo su strade lastricate e piazze affollate, è bene ricordare che tutto ebbe inizio con ciottoli scheggiati, fuochi accesi in grotta e tracce lasciate su una roccia.

La storia dell’uomo inizia molto prima della scrittura, e Bologna ha qualcosa da raccontare anche su quel lunghissimo silenzioso capitolo che chiamiamo Preistoria.