304 d.C. – La persecuzione di Diocleziano e il martirio dei santi Vitale e Agricola a Bononia
Nel 304 d.C., Bononia, l’odierna Bologna, fu teatro di una delle pagine più tragiche della storia cristiana: il martirio dei santi Vitale e Agricola, vittime della Grande Persecuzione voluta dall’imperatore Diocleziano.
? Il contesto storico: crisi e riforme dell’Impero
Nel corso del III secolo d.C., l’Impero Romano attraversò una lunga fase di instabilità politica, economica e militare.
La rapida successione di imperatori, le rivolte, la pressione dei barbari ai confini e il collasso della produzione agricola portarono l’impero sull’orlo del collasso.
Nel 284 d.C., salì al potere Diocleziano, un abile generale illirico, deciso a ripristinare ordine e autorità.
Avviò profonde riforme amministrative, militari e fiscali, e introdusse la Tetrarchia, un nuovo sistema di governo con quattro imperatori, per rafforzare il controllo sull’intero territorio imperiale.
⚔️ Diocleziano e la minaccia del cristianesimo
Diocleziano era profondamente legato al culto tradizionale romano e al concetto di religione come pilastro dell’unità imperiale.
Per lui, la diffusione del cristianesimo, con il suo rifiuto dei culti pagani e l’adesione a una fede esclusiva, minava l’autorità dello Stato e l’armonia sociale.
Nel 303 d.C., insieme al collega Galerio, emanò una serie di editti che diedero inizio alla più violenta repressione anticristiana della storia romana: la Grande Persecuzione.
I decreti prevedevano la distruzione delle chiese, il rogo dei testi sacri, la privazione dei diritti civili per i cristiani e l’obbligo di sacrificare agli dèi pagani.
Chi si rifiutava, andava incontro a torture, carcerazione e morte.
? La persecuzione a Bononia
Anche Bononia fu coinvolta in questa campagna repressiva.
Secondo la tradizione tramandata da Sant’Ambrogio, furono martirizzati in città Vitale e Agricola, rispettivamente servo e padrone, uniti non solo dal legame sociale, ma anche da una profonda fede cristiana.
Furono arrestati dalle autorità romane, probabilmente in seguito a denunce pubbliche, e condotti nell’anfiteatro di Bononia, dove subirono torture e supplizi crudeli.
Agricola, patrizio e catechista, fu probabilmente crocifisso, mentre Vitale fu costretto a combattere contro belve nell’arena.
I loro corpi furono poi sepolti nel luogo oggi identificato con la cripta dei santi Vitale e Agricola, nella chiesa di San Vitale, in via San Vitale, a Bologna.
? Le fonti storiche: Ambrogio e la memoria dei martiri
L’episodio è narrato da Sant’Ambrogio, vescovo di Milano, che nel 393 d.C. venne a Bologna e fece riesumare i corpi dei due martiri, traslandoli solennemente in una nuova sepoltura.
Ambrogio ne celebrò la fede e il sacrificio in una lettera indirizzata alla sorella Marcellina, contribuendo a diffondere il loro culto.
Il loro martirio diventò simbolo di resistenza spirituale e testimonianza del potere della fede anche di fronte alla violenza imperiale.
✝️ Le conseguenze: il cristianesimo non si fermò
Nonostante la brutalità della persecuzione, l’obiettivo di Diocleziano fallì.
Anzi, in molte aree dell’Impero, la testimonianza dei martiri rafforzò la fede dei cristiani, che continuarono a crescere in numero e in coesione.
Pochi anni dopo, nel 313 d.C., l’Editto di Milano emanato da Costantino e Licinio pose ufficialmente fine alle persecuzioni, legalizzando il culto cristiano.
Conclusione
Il martirio dei santi Vitale e Agricola rappresenta una pagina fondamentale della storia cristiana di Bologna, inserita in uno dei periodi più drammatici dell’Impero Romano.
Nel cuore della repressione più feroce, due figure umili ma coraggiose incarnarono la forza silenziosa della fede.
La loro memoria, conservata ancora oggi nella cripta a loro dedicata, ci ricorda che la storia delle città si scrive anche attraverso le scelte di chi non ha avuto paura di opporsi all’oppressione, anche pagando con la vita.