18 Luglio 1815 – Il Ritorno del Dominio Pontificio su Bologna con Presenza Austriaca

Introduzione

Il 18 luglio 1815 segna un momento decisivo nella storia di Bologna: il ritorno della città sotto l’autorità dello Stato Pontificio, sancito all’indomani della caduta di Napoleone e del nuovo assetto geopolitico stabilito dal Congresso di Vienna (1814-1815). Questo evento non rappresentò l’inizio del dominio austriaco diretto, bensì la restaurazione del potere papale con l’appoggio delle truppe austriache, incaricate di garantire l’ordine nella regione.


Il Contesto Storico

Dopo la fine dell’età napoleonica, l’Europa fu profondamente riorganizzata. Il Congresso di Vienna, presieduto dalle principali potenze vincitrici (Austria, Russia, Prussia e Regno Unito), mirava a restaurare l’equilibrio pre-rivoluzionario, reintegrando le monarchie e le autorità temporali spodestate.

Nel caso dell’Italia, il Congresso sancì:

  • il ritorno del Regno Lombardo-Veneto sotto il dominio diretto dell’Impero Asburgico;
  • la restituzione delle Legazioni pontificie (tra cui Bologna, Ferrara e Ravenna) allo Stato della Chiesa, che ne deteneva formalmente il controllo dal 1506.

Il Rientro del Governo Pontificio a Bologna

Il 18 luglio 1815, Monsignor Giovanni Battista Giustiniani, nominato delegato apostolico da Papa Pio VII, fece il suo ingresso ufficiale a Bologna come rappresentante del nuovo governo pontificio restaurato. L’accoglienza fu composta: una parte della cittadinanza mostrò sollievo per la fine del periodo bellico, ma non mancarono sentimenti di ostilità verso il ritorno del potere clericale, associato a un passato di rigidità e repressione.

Il 28 luglio 1815, le truppe austriache entrarono nella città, non per annettere Bologna, ma per garantire il mantenimento dell’ordine pubblico e sostenere il fragile ritorno del potere pontificio. Gli austriaci costituirono, di fatto, una presenza militare costante nella regione per tutta la Restaurazione.


Il Nuovo Assetto: Le Legazioni Pontificie

Con il ritorno allo Stato Pontificio, Bologna divenne capoluogo della Legazione di Bologna, una delle province amministrative governate direttamente da rappresentanti del papa (legati o delegati pontifici).

Il nuovo assetto prevedeva:

  • l’abolizione delle riforme amministrative napoleoniche;
  • la reintroduzione di un governo clericale centralizzato;
  • forti limitazioni alle libertà civili e politiche;
  • un controllo severo sulla stampa e sull’istruzione.

Le Conseguenze del Ritorno del Potere Pontificio

Il ritorno dello Stato della Chiesa rappresentò un brusco passo indietro rispetto alle riforme laiche, liberali ed egualitarie introdotte in epoca napoleonica. In particolare:

  • la borghesia urbana e parte del ceto intellettuale si mostrarono ostili al governo teocratico;
  • furono ripristinati i tribunali ecclesiastici e le restrizioni sulle attività culturali;
  • la città fu coinvolta in una crescente tensione sociale e politica, preludio ai futuri moti risorgimentali.

La presenza austriaca fu tollerata solo in funzione stabilizzatrice, ma in molti alimentò un crescente sentimento antiaustriaco, che si sarebbe manifestato con forza nei decenni successivi, specialmente durante i moti del 1831, del 1848 e infine nella rivolta del 1859, che portò all’annessione al Regno di Sardegna.


Conclusione

Il 18 luglio 1815 non rappresentò semplicemente il ritorno dell’ordine dopo le guerre napoleoniche, ma l’inizio di un periodo di restaurazione politica e religiosa, che segnò profondamente la vita civile e culturale di Bologna. Il ritorno del dominio pontificio, pur formalmente legittimato dal Congresso di Vienna, fu percepito da molti come una perdita delle libertà conquistate e contribuì a creare il fermento che avrebbe alimentato il Risorgimento italiano.