1630 – L’Annus Horribilis della Peste a Bologna

Il 1630 rappresenta uno degli anni più tragici nella lunga storia della città di Bologna. In quell’anno, la grande epidemia di peste – parte della vasta pandemia che investì l’Italia settentrionale tra il 1629 e il 1631 – colpì con violenza anche la città felsinea, causando una catastrofe demografica, sociale ed economica senza precedenti.

? L’Arrivo del Contagio

L’epidemia si era già diffusa nel 1629 in Lombardia, portata dagli spostamenti delle truppe imperiali impegnate nella Guerra di Successione di Mantova. Le vie commerciali e militari, tra cui la via Emilia, costituirono il principale vettore di propagazione del contagio.

Nel luglio-agosto del 1630, i primi casi conclamati furono registrati anche a Bologna. Le autorità cittadine, pur consapevoli della minaccia, non riuscirono a contenere l’epidemia, anche a causa delle limitate conoscenze sanitarie e della lentezza nell’attuare misure efficaci.

?️ Una Città nel Terrore

Le cronache coeve – tra cui il diario del notaio Giovan Battista Fiorini – descrivono una città completamente trasformata. Le strade deserte, i carradori dei monatti che trasportavano i corpi agli appositi cimiteri, le case sigillate e il suono continuo delle campane a morto scandivano il tempo di una città paralizzata.

Furono istituiti lazzaretti temporanei, tra cui il più importante fu allestito presso l’ex convento di Santa Maria della Misericordia, fuori Porta San Felice. Vennero anche attivate quarantene forzate e cordoni sanitari attorno ai borghi extraurbani.

⚰️ Il Tributo di Vite Umane

La mortalità fu altissima. Secondo gli archivi parrocchiali e le fonti dell’Ufficio della Sanità, la peste causò oltre 30.000 morti su una popolazione stimata tra 65.000 e 70.000 abitanti, con punte drammatiche in alcuni rioni come San Donato, San Mamolo e Porto.

L’epidemia colpì trasversalmente ogni ceto sociale, anche se le zone più densamente abitate e prive di condizioni igieniche adeguate subirono le perdite più gravi. Numerose famiglie nobili furono decimate; intere casate si estinsero e i loro beni andarono venduti all’asta.

? Le Ripercussioni Economiche e Sociali

Il tessuto economico fu duramente colpito: le botteghe chiusero, i mercati furono sospesi, le attività universitarie interrotte. La città perse anche una parte significativa del suo patrimonio culturale: molti studiosi, artisti e notabili morirono o fuggirono.

Le proprietà abbandonate furono successivamente redistribuite, contribuendo a ridefinire gli equilibri sociali e favorendo l’ascesa di nuove famiglie e gruppi economici. La peste agì così anche come catalizzatore di mutamenti sociali, oltre che tragedia collettiva.

?️ La Memoria della Peste

L’eco della peste del 1630 è ancora oggi presente nella toponomastica, nei monumenti votivi, negli archivi storici e nelle testimonianze artistiche. Alcuni esempi:

  • Chiesa della Misericordia, ex lazzaretto.
  • Ex voto nelle chiese di San Francesco e San Procolo.
  • Iscrizioni commemorative nelle cronache municipali.
  • Strade e lapidi dedicate a medici e benefattori come Giovan Battista Codronchi e Giulio Cesare Lucchini.

? Conclusione: una ferita nella storia di Bologna

La peste del 1630-1631 fu un evento epocale che modificò radicalmente il volto di Bologna. Oltre alla tragedia umana, l’epidemia rappresentò una cesura culturale, politica ed economica, da cui la città uscì lentamente e con fatica.

La capacità di resilienza e ricostruzione che Bologna dimostrò negli anni successivi testimoniò però anche la forza di una comunità in grado di rigenerarsi, pur segnato da una delle più gravi crisi sanitarie della storia europea.