Federico Barbarossa e la Resistenza dei Comuni Italiani: Bologna tra Assedi e Autonomia

L'ascesa di Federico Barbarossa e le ambizioni imperiali

Federico I Hohenstaufen, noto come Federico Barbarossa, venne incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero il 18 giugno 1155 a Pavia, dopo un lungo negoziato con la Chiesa di Roma. Il suo obiettivo era la restaurazione di un impero universale, in cui l’Italia avrebbe avuto un ruolo centrale come culla della cultura romana e come terreno di espansione del potere imperiale.

Tuttavia, molti comuni dell'Italia settentrionale stavano già affermando la propria autonomia, sfidando il controllo imperiale. Tra questi, Bologna, Milano e Brescia erano tra i più determinati a difendere i loro diritti comunali. Il contrasto tra Federico e i comuni italiani si intensificò con il passare degli anni, portando a scontri e assedi che segnarono profondamente la storia politica del periodo.

L'assedio di Bologna del 1163

Dopo aver raso al suolo Milano nel 1162 per punirla della sua ribellione, nel 1163 Federico Barbarossa puntò su Bologna, città alleata del Papato e importante centro politico ed economico. Protetta dalla cosiddetta "cerchia del Mille", una cinta muraria costruita tra il X e l’XI secolo, Bologna oppose una strenua resistenza all’esercito imperiale.

L’assedio durò diverse settimane, ma non si concluse con la caduta della città. Due elementi risultarono decisivi nella difesa bolognese:

  • Le fortificazioni cittadine: Bologna disponeva di robuste mura difensive e torri strategicamente posizionate, che rendevano difficile l’accesso alle truppe imperiali.
  • Il sostegno degli alleati: Bologna poteva contare sull’appoggio di altre città guelfe e signori locali ostili all’autorità imperiale.

Consapevole dell’alto costo che avrebbe comportato una prolungata campagna contro Bologna e pressato da altre questioni nel vasto territorio imperiale, Federico Barbarossa scelse infine di ritirarsi, lasciando la città intatta.

Il conflitto con la Chiesa e la Lega Lombarda

Nel 1161, un ulteriore evento contribuì a inasprire i rapporti tra Federico Barbarossa e Bologna. L’imperatore non riconobbe l’elezione di Alessandro III come papa e sostenne invece un antipapa. Quando il vescovo di Bologna contestò tale decisione, venne scomunicato dall’imperatore. La città insorse in difesa del proprio vescovo, cacciando Guido da Canossa, l’emissario imperiale. Anche la successiva nomina di un podestà, il giudice bolognese Bezo, non placò gli animi: quattro anni dopo, una nuova rivolta più feroce lo depose, decretandone la morte.

Bologna decise allora di unirsi alla Lega Lombarda, un’alleanza di comuni nata nel 1167 per contrastare la politica accentratrice dell’Impero. L’imperatore tentò più volte di piegare la resistenza delle città ribelli, fino a giungere allo scontro decisivo della battaglia di Legnano nel 1176. Lo scontro, che vide la Lega Lombarda opporsi all’esercito imperiale, segnò la fine della quinta e ultima discesa di Federico Barbarossa in Italia. La sconfitta subita dall’imperatore, celebrata anche nel Canto degli Italiani di Mameli e nell’opera di Verdi La battaglia di Legnano, lo costrinse a intraprendere la via diplomatica per risolvere la questione italiana.

La pace di Costanza e il trionfo dell’autonomia comunale

Il conflitto tra Federico Barbarossa e i comuni italiani si concluse ufficialmente con la pace di Costanza, firmata il 25 giugno 1183. Questo trattato riconobbe alla Lega Lombarda importanti concessioni in ambito amministrativo, politico e giudiziario, sancendo la fine del sogno imperiale di egemonizzare l’Italia settentrionale.

Bologna, pur non avendo avuto un ruolo militare determinante, ottenne i benefici della vittoria della Lega Lombarda. Grazie alla resistenza opposta agli assedi imperiali e alla sua partecipazione alla lotta anti-imperiale, consolidò il proprio ruolo di libero comune, gettando le basi per un lungo periodo di sviluppo culturale ed economico che la porterà nei secoli successivi a divenire uno dei centri universitari e politici più influenti della penisola.