7 Maggio 1191 – Enrico VI concede a Bologna il diritto di battere moneta: nasce il Bolognino

Il 7 maggio 1191, l’imperatore del Sacro Romano Impero Enrico VI, figlio di Federico Barbarossa, concesse alla città di Bologna il diritto di coniare moneta propria.
Questa concessione segnò la nascita del Bolognino, una moneta che avrebbe avuto un ruolo fondamentale nell’economia cittadina e nella definizione dell’identità comunale bolognese per i secoli a venire.

? Il contesto storico: Bologna tra Comune e Impero

Alla fine del XII secolo, Bologna era in piena espansione economica e politica. Il Comune, sempre più autonomo, stava consolidando la propria autorità rispetto al potere imperiale, pur restando formalmente sotto la giurisdizione dell’Impero.
Enrico VI, incoronato imperatore nel 1191, era impegnato a rafforzare il proprio potere in Italia, in vista anche della futura conquista del Regno di Sicilia. Per farlo, doveva cercare alleanze tra i Comuni, e concedere privilegi che potessero attirare la loro lealtà.

? Il Bolognino: non solo moneta, ma simbolo di autonomia

La concessione del diritto di zecca a Bologna fu un riconoscimento politico del crescente peso del Comune. Il Bolognino d’argento, piccolo ma ben rifinito, divenne simbolo della libertà cittadina e dell’efficienza del commercio bolognese.
Non era una moneta imperiale, ma una moneta civica con autorizzazione imperiale: un compromesso tra autonomia municipale e riconoscimento della sovranità imperiale.

Il conio riportava iconografie che richiamavano la città e il potere imperiale, segnalando questo doppio legame. In seguito, il Bolognino avrebbe avuto molte evoluzioni: d’argento, poi d’oro, e diffuso in molte regioni d’Italia.

⚖️ Impatto economico e politico

L’introduzione del Bolognino semplificò le transazioni commerciali, favorì la crescita economica e contribuì alla costruzione di una rete mercantile solida, legata anche all’espansione dell’Università e all’incremento demografico urbano.

Ma il suo significato andava oltre l’economia: il diritto di battere moneta era un segno concreto di sovranità, anche se limitata. Bologna entrava così nel novero delle città con autonomia riconosciuta e formalizzata anche attraverso i simboli monetari.

? Tra fedeltà e autonomia: il doppio volto del Comune

La concessione imperiale fu certamente vista come un premio alla fedeltà, ma non mancavano le ambiguità: Bologna, come molti Comuni, oscillava tra il rispetto formale dell’imperatore e il desiderio di libertà politica.
Questa tensione tra lealismo imperiale e spinta comunale avrebbe continuato a caratterizzare la storia cittadina per tutto il XIII secolo, fino alla formazione dei liberi comuni e ai conflitti con l’Impero.

? Le conseguenze a lungo termine

Dopo la morte di Enrico VI nel 1197, le città italiane — Bologna compresa — iniziarono una progressiva emancipazione politica, culminata con la nascita delle Signorie e dei grandi Comuni autonomi.

Il Bolognino sopravvisse per secoli, diventando un riferimento monetario anche al di fuori dell’Emilia-Romagna, e testimonianza della centralità economica di Bologna nel Medioevo.


Conclusione

Il 7 maggio 1191 fu una data fondativa per l’identità urbana di Bologna. Con il Bolognino, la città non ottenne solo una nuova moneta: ottenne il riconoscimento del suo ruolo crescente nell’Italia comunale, in equilibrio tra autonomia politica e legittimazione imperiale.

Una moneta, in apparenza modesta, che racchiudeva il peso simbolico della libertà, dell’identità civica e della nuova economia medievale.