1348 – La Peste Nera: Morte e Devastazione a Bologna

Quando l’Europa tremò sotto il flagello della peste

L'anno 1348 segnò uno dei momenti più drammatici della storia di Bologna, travolta — come il resto d’Europa — da un’epidemia che non aveva precedenti: la Peste Nera, la più devastante pandemia del Medioevo.

? Il contesto storico

Nel cuore del Trecento, Bologna era governata dalla Signoria dei Pepoli e rappresentava un importante crocevia commerciale, culturale e universitario. Tuttavia, nessun prestigio, alleanza o misura amministrativa poté arginare l’arrivo del morbo.

La peste, giunta in Italia nel 1347 attraverso i porti del Mediterraneo (Genova, Messina, Venezia), si diffuse rapidamente lungo le principali vie di comunicazione, raggiungendo Bologna nel corso del 1348, probabilmente attraverso le rotte mercantili dell’Adriatico e della Pianura Padana.

? La malattia: cause e forme

L’epidemia era causata dal batterio Yersinia pestis, trasmesso principalmente dalle pulci dei ratti neri (Rattus rattus), ma anche tramite contagio diretto in caso di forme polmonari o septicemiche.

I sintomi erano spaventosi: febbre alta, bubboni ascellari o inguinali, vomito di sangue, macchie nere sulla pelle (da cui il nome “morte nera”), delirio e morte in pochi giorni.

⚰ L'impatto su Bologna: una città decimata

La peste colpì duramente la popolazione bolognese. Le fonti coeve stimano che almeno un terzo degli abitanti — circa 15.000–20.000 persone su una popolazione di oltre 50.000 — perì nel giro di pochi mesi. Alcune cronache riportano cifre ancora più alte.

Le autorità cittadine, impotenti, si limitarono a organizzare sepolture collettive, spesso in fosse comuni. Le strade erano deserte, molte botteghe chiuse, le campagne abbandonate. I medici, pochi e mal equipaggiati, erano anch’essi vittime della pestilenza.

? Sconvolgimento sociale e culturale

La pandemia lasciò una ferita profonda nel tessuto sociale cittadino. Le strutture familiari si disgregarono, i rapporti tra ricchi e poveri si rimescolarono, e si verificarono anche trasferimenti forzati di proprietà per mancanza di eredi. Il lavoro scarseggiava, ma i salari cominciarono a salire per la diminuzione della manodopera.

Dal punto di vista culturale, la peste alimentò visioni apocalittiche: predicatori penitenti, flagellanti, danze macabre e rappresentazioni allegoriche della morte invasero piazze e chiese. Questo clima influenzò profondamente l’arte e la religiosità popolare.

⛪ Una memoria collettiva indelebile

La Peste del 1348 divenne un punto di riferimento drammatico nella storia cittadina. Bologna, come altre città italiane, dovette ricostruire il proprio equilibrio demografico ed economico negli anni successivi. Il trauma collettivo lasciò un segno duraturo nella memoria urbana, ricordato in cronache, registri e prediche.

Il tessuto urbano stesso fu modificato: ospedali, lazzaretti, oratori penitenziali e cimiteri extraurbani vennero istituiti nei decenni seguenti per affrontare nuove ondate epidemiche, che si ripresentarono periodicamente fino al XVII secolo.


✅ Conclusione

La Peste Nera del 1348 rappresenta uno dei momenti più bui della storia bolognese. Non solo ridusse drasticamente la popolazione, ma trasformò radicalmente la società, l’economia e la coscienza collettiva. Tuttavia, da questa catastrofe emerse anche la resilienza della comunità bolognese, capace — pur tra sofferenze immani — di riorganizzarsi e riprendere il suo cammino storico e culturale.