535–553 d.C. – La guerra greco-gotica e la devastazione del territorio bolognese

Nel 535 d.C., sotto il regno dell’imperatore Giustiniano I, l’Impero Romano d’Oriente avviò una vasta campagna militare per riconquistare l’Occidente. Questo progetto politico, noto come “Restauratio Imperii”, mirava a riportare sotto il controllo imperiale i territori un tempo appartenenti all’Impero Romano d’Occidente, caduto nel 476 d.C.

La riconquista dell’Italia fu affidata al generale Belisario, uno dei più brillanti comandanti bizantini, che diede inizio alla lunga e drammatica guerra greco-gotica, combattuta contro il Regno Ostrogoto, che da decenni governava la penisola.

⚔️ Un conflitto lungo e devastante

La guerra, durata quasi vent’anni (535–553 d.C.), si rivelò particolarmente lunga e logorante, molto più del previsto. Dopo le iniziali vittorie di Belisario, con la presa di Napoli e Roma, i Goti riuscirono a riorganizzarsi sotto il comando del re Vitige, e il conflitto si estese a tutta la penisola, trasformandosi in una guerra di logoramento.

Nella seconda fase, l’imperatore affidò la conduzione della guerra al generale Narsete, che inflisse la sconfitta definitiva ai Goti nella battaglia di Gualdo Tadino (Taginae) nel 552 e a Mons Lactarius (vicino a Napoli) nel 553.

? La guerra in Emilia e a Bologna

Il territorio dell’Emilia fu più volte attraversato da eserciti bizantini e gotici. Sebbene le fonti siano frammentarie per il dettaglio degli eventi locali, è certo che la Via Emilia, asse strategico di comunicazione tra nord e sud, divenne un corridoio militare lungo il quale si spostarono le truppe, causando saccheggi, requisizioni e distruzioni.

Bologna, già ridotta nelle dimensioni urbane dopo la crisi tardoantica, fu danneggiata dai passaggi degli eserciti, dalle battaglie secondarie e dai conflitti locali. Non si ha notizia di battaglie specifiche nella città, ma gli effetti indiretti della guerra furono gravissimi: declino demografico, impoverimento economico, crollo delle strutture civiche.

? La vittoria bizantina e la nuova organizzazione

Nel 553 d.C., con la fine del conflitto, l’Italia fu formalmente reintegrata nell’Impero d’Oriente e amministrata come “Praefectura Italiae”, con Ravenna come capitale del nuovo Esarcato Bizantino.
Bologna, pur marginale rispetto ai centri del potere come Ravenna, venne inclusa nella provincia di Emilia, diventando parte integrante del sistema bizantino.

La presenza imperiale però non riuscì a invertire completamente il declino: la città rimase ridimensionata, fragile economicamente e scarsamente popolata, anche a causa della devastazione accumulata negli anni di guerra.

? Le conseguenze per Bologna

Le conseguenze della guerra greco-gotica furono disastrose per l’intera regione:

  • distruzione delle campagne e delle infrastrutture;
  • spopolamento dei villaggi e delle zone rurali;
  • interruzione dei commerci lungo la Via Emilia;
  • riduzione della produzione agricola e artigianale;
  • disintegrazione del tessuto civico e culturale.

La ricostruzione post-bellica fu lenta e discontinua, aggravata anche dall’arrivo, pochi decenni dopo, dei Longobardi, che nel 568 d.C. occuparono gran parte dell’Italia settentrionale, aprendo una nuova fase storica ancora più complessa.


Conclusione

La guerra greco-gotica fu un conflitto epocale che segnò la fine dell’unità culturale e politica dell’Italia tardoantica.
Per Bologna, essa rappresentò uno dei momenti più drammatici della sua storia: una città ferita, impoverita, ma ancora sopravvissuta, che avrebbe dovuto attendere secoli per tornare a un nuovo splendore urbano.
Nel solco di quel conflitto, nacque il fragile mosaico di poteri che avrebbe segnato l’Alto Medioevo italiano.