902 d.C. – L’invasione ungara e la distruzione della Rotonda di Santo Stefano a Bologna

Nell’anno 902 d.C., la città di Bologna fu colpita da una delle incursioni più devastanti del primo Medioevo. Un’orda di cavalieri ungari – popolazione nomade di origine uralo-altaica proveniente dalla steppa euroasiatica – saccheggiò la città e distrusse completamente la Rotonda paleocristiana del complesso di Santo Stefano, uno degli edifici religiosi più antichi e significativi del territorio bolognese.

⚔️ Il contesto storico: l’Italia e le incursioni ungare

Tra la fine del IX e l’inizio del X secolo, gli Ungari (o Magiari), giunti nell’Europa centrale e stanziatisi nella Pannonia, iniziarono a compiere incursioni sistematiche in Italia, Francia e Germania. Le loro campagne di razzia erano rapide, violente e improvvise, sfruttando la mobilità delle truppe a cavallo.

L’Italia settentrionale fu particolarmente esposta: tra il 899 e il 902, gli Ungari devastarono numerosi centri dell’Emilia e della Romagna, colpendo città come Verona, Modena, Reggio, Ravenna e Bologna. Queste incursioni avvennero in un momento di crisi politica: l’autorità imperiale carolingia era ormai indebolita e il Regno d’Italia era frammentato tra nobiltà locale e poteri ecclesiastici.

? La Rotonda del Santo Sepolcro: un simbolo della Bologna cristiana

Il complesso di Santo Stefano, noto anche come “le Sette Chiese”, era già in epoca altomedievale il principale centro religioso di Bologna. Al suo interno si trovava la Rotonda del Santo Sepolcro, un edificio sacro di forma circolare ispirato al Santo Sepolcro di Gerusalemme, costruito secondo la tradizione tra il IV e il V secolo d.C.

La Rotonda rappresentava il cuore della memoria cristiana bolognese e custodiva simbolicamente la continuità tra la comunità paleocristiana e il culto medievale.

? La distruzione da parte degli Ungari

Durante l’incursione del 902, gli Ungari penetrarono nel centro cittadino e saccheggiarono violentemente il complesso di Santo Stefano. La Rotonda fu incendiata e distrutta, insieme ad altri edifici sacri e abitazioni circostanti. Secondo le fonti locali, non fu più ricostruita nella sua forma originaria.

L’edificio fu profondamente rielaborato nei secoli successivi, in particolare nel corso del XII secolo, in epoca romanica, all’interno del più ampio programma di riorganizzazione del complesso monastico. Le attuali strutture visibili oggi non corrispondono alla rotonda paleocristiana originaria, ma ne ereditano il valore simbolico e topografico.

? Le conseguenze dell’invasione

La distruzione della Rotonda e il saccheggio della città rappresentarono un colpo durissimo per Bologna, sia sul piano religioso che culturale. L’intero centro cittadino fu danneggiato e la popolazione subì gravi perdite.

La vulnerabilità di Bologna in questa fase testimonia la fragilità delle città italiane altomedievali, ancora prive di una struttura difensiva adeguata. Solo nei secoli successivi, anche in risposta a questi eventi, ripresero la fortificazione urbana e la costruzione di nuovi luoghi di culto.


Conclusione

L’attacco degli Ungari nel 902 d.C. e la distruzione della Rotonda del Santo Sepolcro segnano una fase drammatica della storia di Bologna, che riflette la più ampia crisi politica e militare dell’Italia altomedievale.
Ma da quella ferita, nel corso dei secoli, sarebbe rinato il complesso di Santo Stefano, destinato a restare uno dei luoghi più emblematici della città, memoria viva del suo passato più remoto.