Settembre 1403 – Il ritorno del dominio pontificio su Bologna: tra speranze tradite e autoritarismo ecclesiastico

Nel settembre del 1403, Bologna visse una svolta drammatica: la città tornò sotto il diretto controllo dello Stato Pontificio, ponendo fine al periodo dell’occupazione viscontea. L’ingresso del cardinale Baldassarre Cossa, inviato di papa Bonifacio IX, segnò l’inizio di una nuova fase di dominio politico e religioso che, per molti bolognesi, si rivelò ben presto deludente e oppressiva.

⚔️ Bologna tra Visconti e Chiesa: un crocevia di potere

All’inizio del XV secolo, Bologna era lacerata da conflitti interni e tensioni tra fazioni cittadine: Guelfi, Ghibellini, oligarchie locali e gruppi popolari si contendevano il controllo della città. A partire dal 1390, la città era finita sotto l’influenza di Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano, che mirava a creare un’egemonia sull’intera Italia centro-settentrionale.

Durante l’occupazione viscontea, la città fu militarizzata: vennero costruiti bastioni difensivi, fortificazioni intorno alle Torri Asinelli e Garisenda, e la Basilica di San Petronio fu convertita in alloggio per le truppe. Il malcontento popolare cresceva di pari passo con il senso di alienazione: Bologna, centro culturale e commerciale, sembrava divenuta un avamposto militare.

?️ Il cambio di fronte: il ruolo di Nanne Gozzadini

In questo clima teso, il nobile Nanne Gozzadini, inizialmente favorevole all’alleanza con i Visconti, cambiò fronte. Temendo una catastrofe economica e sociale, iniziò a tessere trattative segrete con la Santa Sede, proponendo il ritorno della città sotto il controllo papale come via d’uscita dall’impasse. Il papa Bonifacio IX, impegnato a rafforzare il dominio pontificio nelle regioni centrali, accettò l’accordo.

? L’intervento del Papato e l’ingresso del cardinale Cossa

Nel settembre 1403, con l’appoggio delle milizie del marchese Nicolò III d’Este di Ferrara, fedeli al papa, Bologna fu riconquistata. Le forze viscontee furono respinte e Baldassarre Cossa, legato pontificio, fece il suo ingresso trionfale in città.

Ma la riconquista non portò alla restaurazione dell’autonomia cittadina: Bologna divenne una città sotto vigilanza pontificia, governata da rappresentanti diretti del papa.

? Baldassarre Cossa: tra potere e controversie

Il cardinale Cossa, figura nota per la sua ambizione e per gli scandali che lo avrebbero accompagnato fino alla sua elezione ad antipapa Giovanni XXIII, fu visto da molti bolognesi come un despota più che un protettore. Accusato anche dalle cronache coeve di corruzione, traffico di indulgenze e vita dissoluta, il suo governo rafforzò il controllo centrale e represse ogni forma di dissenso.

Fu sotto il suo mandato che si progettò una nuova rocca fortificata presso Porta Galliera, simbolo dell’autorità pontificia. I lavori della Basilica di San Petronio, grande cantiere civico, furono rallentati, e la città venne nuovamente privata di ogni reale autonomia.

⚖️ Le conseguenze: disillusione e repressione

Il ritorno della Chiesa, inizialmente accolto con speranza, si trasformò ben presto in frustrazione collettiva. Le promesse di ordine e libertà vennero disattese. Alcuni sostenitori del ritorno pontificio, come lo stesso Nanne Gozzadini, furono messi da parte o perseguitati, e la sua famiglia, secondo alcune fonti, subì vendette politiche. Il fratello e il figlio di Nanne sarebbero stati incarcerati o eliminati nel clima di tensione che seguì.


? Conclusione

Il ritorno della Chiesa su Bologna nel settembre 1403, se da un lato segnò la fine dell’occupazione viscontea, dall’altro aprì una nuova fase di controllo centralizzato e autoritarismo ecclesiastico, incarnato dalla controversa figura di Baldassarre Cossa.

Questo evento segnò uno dei momenti più controversi della storia bolognese tardo-medievale: una pagina oscura in cui la libertà comunale fu ancora una volta sacrificata agli equilibri geopolitici del tempo, lasciando nella popolazione un senso di delusione profonda e un’eredità di diffidenza verso il potere centrale.